domenica 30 novembre 2014

Il dono di Natale, Gesù nella storia

La televisione con le prime pubblicità ci rammenta che è ora di iniziare a comprare i regali per Natale, lo spam delle email si riempie di annunci di vacanze natalizie e di pranzoni e cenoni a cui partecipare nelle feste e anche le Luci di Artista di Torino ci rinviano al turbillon natalizio. Ma cosa vuol dire festeggiare il Natale al settimo anno consecutivo di crisi economica? Come si può festeggiare con la paura della violenza che colpisce ormai tante terre martoriate dalla guerra e dal terrorismo? Come ci si può rallegrare con l’incertezza sul futuro dei giovani, l’insicurezza di tante famiglie sulla propria abitazione e come si può vivere la pace e la serenità con le divisioni, le diffidenze e le paure che infestano l’anima di ognuno di noi e la nostra società?

La nascita di Gesù è avvenuta in una famiglia povera, in viaggio per il censimento da fare per un potere straniero e oppressivo, senza un luogo dove fermarsi per la notte; la vita dell’Unico Figlio del Padre è iniziata in un periodo di crisi, di incertezza e di violenza (da lì a poco ci fu la strage degli innocenti) ed è finita su una croce fuori dalle mura di Gerusalemme in mezzo a due malfattori. Fare memoria della nascita di Gesù in periodo di crisi è ricordarsi che Dio entra nella nostra storia in ogni momento, in ogni situazione, in ogni tempo in cui ci si trova. Festeggiare la nascita di Gesù, il Suo Natale, è rallegrarsi che il Salvatore abbia deciso di sporcarsi le mani e metterle nel fango dell’umanità per prenderlo su di sé e donare all’umanità l’acqua pura della Sua risurrezione. Gioire per il Natale è gioire perché Dio condivide con noi la nostra storia e le dona una strada di luce. Vivere la pace e la serenità che dona il Natale è imparare da Gesù stesso a condividere con i più poveri, i più umiliati, i più diseredati. Il Natale in tempo di crisi e di incertezza ci ricorda e ci fa vivere la certezza che non siamo soli, ma siamo accompagnati, siamo presi in braccio da Dio; il Natale ci ricorda che la crisi, l’incertezza, la sofferenza non hanno più l’ultima parola, perché l’ultima Parola è la nascita, la vita, la risurrezione di Gesù. A noi condividere questa esperienza con gli uomini della nostra città. Buon Natale pieno della serenità della presenza di Dio!
 don Ilario e don ClaudioArticolo pubblicato su "Testata d'Angolo" del 30/11/2014