mercoledì 24 febbraio 2010

Difficile crescere se la famiglia non c'è

Viviamo nella società delle libertà individuali: ognuno deve cercareciò che è bene per lui; ognuno deve realizzarsi come meglio crede e riesce. In casa i figli sono abituati alla contrattazione e alla negoziazione continua; i bambini sono spinti ad avere gusti e desideri autonomi (per esempio atavola, nel vestire e negli acquisti). Le virtù familiari non sono più,quindi, l’obbedienza, la docilità, la subordinazione. Emergono altri valori come il rispetto, la reciproca stima e considerazione, il dialogo e, soprattutto, lo scambio affettivo.

Nessun genitore, d’altra parte, desidererebbe oggi essere obbedito per timore. Si attende di essere obbedito per amore. L’«obbedienza per amore» è uno strano paradosso, se applicato allefaccende umane: non per nulla, la frase per lo più è riferita al rapportodel credente con «le cosedi Dio». Oggi, comunque, nonprevale l’obbedienza per amorequanto piuttosto la fi ne dell’obbedienza. L’affetto genitoriale, così come oggi è vissuto, non sembraessere in grado di convincere circa l’obbedienza. I figli, bambini o adolescenti, non possono essere considerati personegià autonome. In realtà, finché rimangono in casa, non sono né indipendenti né pienamente autonomi.L’educazione è indispensabile per la loro maturazione personale,per sostenere il processodella costruzione della loro fragile identità.

Oggi, poi, si aggiunge una condizione nuova, diversa dal passato: lasocietà delle libertà, la possibilità di fare tante cose e di sognare unavita piena di opportunità, comportauno stress e produce una fatica del vivere sconosciuta alle generazioni precedenti. Le nuove generazioni appaiono, così, spesso,svogliate, demotivate, particolarmente restie all’obbedienza. Per attuare in pratica ciò che pure, in astratto, si considera buono egiusto non basta saperlo, ci vuole anche la «buona volontà». Nonsono, quindi, sufficienti le raccomandazioni,i consigli, le spiegazioni.Neppure il dialogo puòessere suffi ciente.

Eppure la base umana della libertà è proprio la capacità di volere.Questa non può essere «appresa»né, meno ancora, data per scontata.Essa è in parte il frutto di autodeterminazionee, in parte, è ilrisultato del riconoscimento cheviene dei legami umani riusciti:una buona vita familiare, esperienzecostruttive a scuola, (in parrocchia)e con gli amici, stili di vitaadeguati. Qui si pone il contributoessenziale della vita familiare e deirapporti umani determinanti. Lepersone sono quelle che sono grazieal valore delle persone incontrate:i genitori che hanno e hannoavuto, gli amici, i testimoni…Nelle relazioni vitali familiari,soprattutto, sono poste le basi di ogni ulteriore conquista; si crea ilterreno in cui la volontà immerge le sue radici, si fondano le misteriosecondizioni della volontàlibera. Per questo si educa anche e soprattutto amando e non soloinsegnando e, per questo, l’amore non può solo essere affetto (codice materno) è anche regole di vita (codice paterno). L’essere madri ed essere padri non sono più, oggi, ruoli rigidamentelegati al genere, ma spazi educativiche presuppongono un’intesa familiare da costruire e sosteneresenza sosta. Un buon rapportofamigliare, capace di comporre in armonia l’uguaglianza delle personee la diversità dei ruoli, diventail più impegnativo investimento di creatività, d’intelligenza e disensibilità degli adulti di oggi.Le Scuole dei genitori sono laboratoriin cui nascono e si sperimentanonuovi modelli di genitorialità,nuove reciprocità tra isessi e le generazioni. In rispostaalla società degli «individui», senzalegami e senza appartenenze, igenitori organizzati rivendicanoun ruolo attivo e consapevolenell’educazione dei figli.

La formazione dei genitori è ancheuna «fabbrica delle idee» dovesi studiano e si comprendono imutamenti in atto nella società.L’individualismo lancia una sfi dache sembra avere tutte le premesseper risultare vincente: scioglieretutti i legami, illudere i singolicirca la loro libertà individuale,fermare il tempo al presente per aumentarne il godimento, interromperela catena vitale tra legenerazioni perché chi può (gli adulti) accumuli tutti i vantaggia discapito di chi non può (i bambini) o ancora non è. Il risultato è duplice: la distruzione della speranza e un cumulo enorme di sofferenza affettiva nella forma della solitudine. Nonostante la cultura dominante si sforzi di dimostrareil contrario, il caratteregenerativo della famiglia non puòessere adombrato. Dunque: «Hobisogno della famiglia per diventare libero».

don Domenico CRAVERO

domenica 21 febbraio 2010

Un pomeriggio al Sermig


Sabato 20 febbraio, un gruppo di ragazzi di III media delle nostre parrocchie (e i loro animatori) è stato al Sermig, all'arsenale della pace di Torino.

E' stato un pomeriggio di sole stupendo, caloroso sia per il sole, sia per gli incontri che abbiamo avuto. Giunti al Sermig in autobus, siamo stati accolti da Sara, una ragazza che da tre anni vive nella comunità di giovani che vivono stabilmente all'Arsenale della Pace, avendo scelto di dedicare la propria vita agli altri.

Il cortile dell'arsenale (che costruì armi per le due guerre mondiali e poi fu abbandonato sul finire del secondo conflitto dopo il crollo di una parte del soffitto) era pieno di casse pronte per l'imbarco; cibo, medicine e beni di prima necessità devono essere spediti ad Haiti alla fine della prossima settimana e il tempo stringe. La voglia di lavorare e gli aiuti però non mancano, e le facce sorridenti dei giovani dimostrano che c'è voglia di fare qualcosa.

Sara sorride e ci parla, ed è entusiasta. Prima ci farà fare un giro per l'arsenale e ci spiegherà le varie parti; poi faremo anche noi un po' di servizio, quello che servirà. Visitiamo prima la chiesetta, poi l'accoglienza, l'ambulatorio e i magazzini. Ogni cosa al Sermig è resa possibile dai volontari; chi può dà qualcosa del suo tempo, professionisti e non hanno portato qualcosa di sè in queste mura ed hanno reso possibile questo miracolo: "E' una meraviglia; noi stessi non ci rendiamo conto della bellezza che abbiamo costruito insieme"; "da un gruppo di giovani che si era dato un compito semplice, il sogno di sconfiggere la fame del mondo, questo progetto è cresciuto, si è dotato di una sede, una casa, e guardandosi intorno è nata prima la comunità, poi l'accoglienza, poi l'ambulatorio, poi chissà che cosa verrà fuori".

Il concetto principale su cui ruota il forte senso di bellissima spiritualità e grande solidarietà del Sermig è la restituzione: ognuno di noi ha ottenuto un dono, un talento, una capacità ed ha avuto dei fratelli vicini e lontani da sostenere; con la restituzione ognuno può rendere agli altri quello che ha e non "stare a guardare la propria mattonella".

Il Sermig è rivolto in particolare ai giovani; senza retorica, sono loro che pur nella povertà a cui sono relegati dal "pensiero comune", possono avere la forza e l'entusiasmo di portare cambiamento. Terminato il giro, insieme ad altri ragazzi abbiamo preparato le scatole (riempiendole con pasta, riso, medicinali, olio e prodotti per i bambini) e i pancali da spedire ad Haiti; tutto è ben organizzato ed è il lavoro e il contributo di tutti a permettere davvero di poter dare qualcosa agli altri.

Inutile dire che è stato un pomeriggio luminoso: luce dal sole, e un po' più di luce dentro di noi, come quando si incontrano o si vivono esperienze speciali. Insomma, se non l'avete ancora fatto scoprite il Sermig e le sue varie iniziative. Durante le giornata potete anche voi dare la vostra "restituzione" con qualche ora di volontariato, oppure vivere momenti di preghiera e riflessione ogni martedì sera.

Per i giovani è poi dedicato "il Mondiale dei giovani per la pace" questo 28 agosto; ma forse meriterebbe un post a parte

Link
http://www.mondialedeigiovani.org/

http://www.sermig.org

sabato 20 febbraio 2010

"Perchè vendere quei terreni"


Dal sindaco Giacomo Coggiola riceviamo e volentieri pubblichiamo questointervento sul programma comunale di vendita di alcuni terreni nell’areaurbana di San Mauro.

Ritengo doveroso fare chiarezza intorno ad un’iniziativa su cuisono state dette e scritte troppe parole anche false e tendenziose, al fine di fornire le dovute precisazioni in merito all’articolo pubblicato sul presente giornale lo scorso 6 dicembre, relativo all’asta pubblica indetta dall’Amministrazionedi San Mauro per l’alienazione di alcune aree comunali. Per fare questo è innanzitutto necessario capire il contesto che haindirizzato le nostre scelte.

Questa Amministrazione ha dasempre adottato una politica dimassimo contenimento dellapressione tributaria, caratterizzatadalla riduzione al minimo delle spese discrezionali, pur mantenendo un elevato standardqualitativo dei servizi erogati,gestendoli direttamente. Bastipensare che San Mauro è annoveratotra i Comuni «virtuosi» che negli anni passati hanno semprerispettato il patto di stabilità. Ma è noto che questo è un periodo digrande difficoltà per buona parte dei Comuni italiani ed anche ilnostro sta attraversando una fasedi crisi economica, dovuta, da un lato, al mancato introito di partedell’Ici sulla prima casa, dall’altro ad un significativo incremento delle spese obbligatorie (bollette utenze luce, gas, etc.). Se a questa situazione, già di per sé critica, si aggiunge l’onere di ottemperare alle nuove regole imposte dal Governo per il rispetto del «patto di stabilità» interno, ne consegue che i Comuni si trovano obbligatia ricorrere a provvedimenti che talvolta possono risultare impopolari, quali il blocco dei pagamenti a fornitori e imprese e il ricorso alle alienazioni e valorizzazioni immobiliari.

È in quest’ottica che la nostraAmministrazione ha svolto un’attentaindagine per individuare alcune aree, già destinate a verde eservizi e tuttora incolte e prive diqualsivoglia struttura, da valorizzareed alienare. Tra le altre, sonostate individuate le aree di via Astie via Musinet, che, secondo l’attuale Piano Regolatore Generale Comunale, sono destinate a verde e servizi, ciò signifi ca che possonoospitare non soltanto aree verdi ogiardini pubblici, ma anche strutturevarie (sportive, ricreative, scolastiche). Alcuni anni fa, infatti,la nostra Amministrazione aveva vagliato la possibilità di realizzarein via Asti una sorta di Palazzetto dello Sport: ipotesi che fu bocciata, poiché ritenuta non idonea con la conformazione delle strutture presenti in zona.Vorrei precisare che nelle aree suddette non verranno costruiti dei palazzi, ma case dell’altezza massima di due piani (tipo villette a schiera), con contestuale realizzazionedi giardini, parcheggi,etc., che valorizzeranno ulteriormentela zona.

Quanto alla tutela delle aree verdi, posso confermare che il nostro Comune dispone di un «surplus»di superficie destinata a verde pubblico e servizi di oltre 346.000mq. rispetto alla dotazione previstadalla Legge: ne consegueche le aree poste in vendita, la cui superficie complessiva è pari a circa 8.800 mq., rappresentano una percentuale molto bassa del verde pubblico disponibile (parial 2,67%). Va inoltre ricordato che l’introito derivante dalla vendita delle aree in questione concorre a garantire il rispetto del «patto di stabilità»,evitando così di incorrere nelle pesanti sanzioni che la Legge pone a carico dei Comuni inadempienti, quali: la riduzione dei trasferimenti ordinari provenienti dal Ministero dell’Interno, la limitazione degli impegni di spesa corrente (che comporterebbe dei tagli a discapito di alcuni importanti servizi comunali), il divietodi assunzione di mutui per la realizzazione di opere pubbliche e/o di manutenzione straordinariae il divieto di assunzione di personale. L’utilizzo di tale introito è destinato esclusivamente al finanziamento di future opere pubbliche di prioritaria importanza,con una ricaduta positiva sul patrimonio comunale.Per la vendita delle aree si è adottato il metodo dell’asta pubblica, quindi aperta a tutti nel segno della massima trasparenza.

In relazione all’articolo apparso suquesto giornale, si precisa che l’architetto Bruno Olivero, che ha partecipato a queste aste quale titolare della società Pranovasrl, non ha mai ricoperto alcuna carica di Assessore nella nostraGiunta Comunale. A seguito del ricorso presentato da alcuni cittadini, il Tar Piemonte ha annullato la delibera comunale per l’alienazione delle aree divia Musinet e via Asti. In relazione a questa sentenza del Tar, va precisato che la delibera adottata dal Consiglio Comunale non faceva riferimento alla Legge Regionale, ma all’art. 58della Legge dello Stato del 6 agosto2008: Legge che aveva valorecome variante urbanistica. Allo stato attuale, dopo il pronunciamento della Corte Costituzionale che ha modifi catol’articolo 58 della suddetta Leggestatale, l’Amministrazione Comunaleintende procedere all’approvazionedi un nuovo pianodi valorizzazione ed alienazione, adottando la procedura indicatadalla Legge Regionale n. 1/2007,al fine di continuare a perseguire obiettivi di primaria rilevanza per l’interesse generale del Comune.

Giacomo COGGIOLA
Sindaco di San Mauro Torinese

venerdì 19 febbraio 2010

"Greta e la Nuvola"


Un ottimo successo di pubblico ha accompagnato, mercoledì 20 gennaio, il debutto dello spettacolo per musica e parole «Greta e la nuvola» al teatro Gobetti di San Mauro Torinese.

Legato all’omonimo progetto di solidarietà, inaugurato lo scorso dicembre con la pubblicazione di un librocd (Lazzaretti editore), lo show, patrocinato dal comune di San Mauro e promosso dall’associazione locale Europa 2000, è stato curato dal gruppo torinese Gretaelanuvola e dalla giovane attrice Marlen Pizzo. Da tale sodalizio artistico, ha avuto origine un’opera teatrale-musicale in grado di conquistare sia il pubblico adulto sia quello più giovane. Questo grazie alla delicatezza degli arrangiamenti, alle colorate scenografie (realizzate dai bambini della scuola materna Il Grillo di Torino), alla forte componente evocativa delle parti recitate e, naturalmente, alla musica e alla bravura dei musicisti.

I Gretaelanuvola – Leonardo Laviano, Umberto Poli, Jacopo Tomatis, Flavio Rubatto, Alan Brunetta – non solo si sono cimentati nell’utilizzo di strumenti reali, oggetti di uso comune e giocattoli, ma hanno anche dato vita a brani di grande impatto emotivo. Canzoni come Marie, Deserto, Il signifi - cato del mare, Disegno un albero, Mongolfi era, Stella del tramonto, Il bastone della pioggia racchiu- dono al proprio interno la sapienza della migliore tradizione musicale italiana: da Fabrizio De Andrè a Gianmaria Testa, a Vinicio Capossela. Ma si tratta anche di composizioni che riflettono la geniale ed eccentrica impronta di artisti come Tom Waits (quello di Swordfi shtrombones, per intenderci), Eels, Grinderman e Nick Cave & The Bad Seeds.

Nel corso della serata di mercoledì, oltre al sold out del teatro, è stato registrato un altro importante risultato: la vendita di ben sessanta copie del libro-cd, il cui ricavato in parte sarà devoluto al centro Il Puzzle di Torino. Per chi non avesse potuto assistere alla prima data uffi ciale dello spettacolo, le repliche non mancheranno. La band tornerà in scena domenica 21 febbraio presso la sala incontri Carena di Cumiana, in provincia di Torino, e sabato 8 maggio a San Mauro in occasione della festa dell’Avis. Entrambi gli appuntamenti sono ad ingresso gratuito e iniziano alle 21. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito www.gretaelanuvola.com.



sabato 13 febbraio 2010

Un tesoro Nascosto

Cos’è la Chiesa? Cosa dovrebbe essere? Siamo abituati a farcelo spiegare dalla televisione, dai giornali, ma spesso ignoriamo ciò che la Chiesa ha detto e scritto di se stessa.

Lo scorso 25 gennaio i Consigli pastorali delle 4 parrocchie di San Mauro si sono riuniti insieme all’equipe e le commissioni di Unità Pastorale per approfondire i documenti conciliari «Lumen Gentium » e «Gaudium et Spes» con l’aiuto di don Giacomo Garbero (Gi.O.C.) e Silvio Crudo (Azione Cattolica). Abbiamo riflettuto soprattutto sulle immagini bibliche della Chiesa nei primi due capitoli della «Lumen Gentium».

Compare innanzi tutto l’immagine del popolo messianico – di cui tutti facciamo parte, dal Papa all’ultimo dei cristiani – un’immagine che ci ha restituito la voglia di guardare avanti con fi ducia perché: «nostro capo è Cristo, …abbiamo per condizione la dignità e la libertà dei fi gli di Dio, …per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo ci ha amati, …per fi ne il regno di Dio». Della «Gaudim et Spes» abbiamo sentito nostre le parole di apertura del documento: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo…».

Significa che la Chiesa non si sente mai «cittadella assediata» ma si pone nel mondo per testimoniare Cristo agli uomini. Alla fi ne della serata qualcuno ha chiesto come mai documenti così importanti e così belli, molto diversi dalle immagini di Chiesa a cui ci stiamo abituando, non sono stati maggiormente spiegati e soprattutto applicati. Ci siamo guardati negli occhi, e alla fi ne ci è venuto in mente quel servo che, per paura del padrone, nasconde il talento sotto terra senza usarlo: sarà duramente richiamato e scacciato. Con questo articolo non possiamo certo mettere la coscienza a posto ma, per la Quaresima alle porte, sappiamo quale proposito prendere e quale lettura fare.

don Ilario e don Claudio

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