mercoledì 12 dicembre 2012

Quando il Bucintoro passò a San Mauro

Tra l’1 e il 2 settembre 1731 la «Peota di gala» (il piccolo Bucintoro dei Savoia, realizzato sulla struttura di una robusta imbarcazione lagunare a fondo piatto di ben 16 metri di lunghezza, quasi 3 metri di larghezza e del peso di oltre 5 tonnellate) che Carlo Emanuele III di Savoia, Re di Sardegna, aveva ordinato ad uno «scuero», tipico cantiere navale veneziano, transitò sul Po di fronte a San Mauro durante il trasferimento da Venezia a Torino. Data la notevole distanza tra Crescentino, da dove la Peota era salpata l’1 settembre, e Torino (una quarantina di chilometri da percorrere controcorrente al traino di buoi e con la necessità di superare i numerosi traghetti e molini natanti presenti sul grande fiume) non è da escludere che la preziosa imbarcazione abbia compiuto una breve sosta presso la millenaria abbazia benedettina di Pulcherada, considerato anche che a bordo, quale delegato ad accompagnare la consegna, e ad incassare le 14 mila Lire piemontesi pattuite, era presente anche un religioso, frate Antonio Brunello (agostiniano), forse interessato a una breve visita all’abbazia e alla chiesa, ampiamente rimaneggiata nel 1665 dall’Abate Commendatario Petrino Aghemio. Secondo informazioni raccolte da Luigi Griva, archeologo subacqueo, specializzato sul fiume Po, il 28 agosto 1731 attraccò a Frassineto, porto fluviale di Casale, un convoglio di quattro barche: due battelli da carico, una gondola e la Peota reale, gioiello nautico ricco di intagli, figure dorate e divinità fluviali.

Il convoglio, partito dalla laguna veneziana il 2 agosto, superato il delta e affrontata la corrente contraria del Po, aveva costeggiato le rive dei numerosi stati rivieraschi: Repubblica di Venezia, Ducato di Mantova, Ducato di Milano, la Romagna pontificia, i Ducati di Modena e di Parma e Piacenza. Dopo una sosta al Ponte di Pavia, il viaggio riprese il 15 agosto, giorno dell’Assunta, e il 28 giunse appunto a Frassineto così che Giovanni Antonio Coppo (funzionario delle dogane di Casale) potè inviare un messaggio al Generale di Saint Laurent a Torino: «È giunta a questa rippa sta mane circa le hore quindeci il consegnato bastimento felicemente». Partito da Crescentino il giorno 1, il convoglio venne preso in consegna il 2 settembre dal governatore del palazzo del Valentino, Giovanni Battista Lanfranchi. Il viaggio sul fiume era durato in tutto 31 giorni. Storicamente, dopo l’arrivo a Torino, la Peota fu protagonista del primo viaggio compiuto dal Re in Italia via fiume nel 1734; della celebrazione del matrimonio tra Carlo Emanuele IV e Maria Clotilde di Borbone nel 1775; dei matrimoni di Vittorio Emanuele II con Maria Adelaide nel 1842 e di Amedeo d’Aosta con Maria dal Pozzo della Cisterna nel 1867.

La Peota è stata gelosamente conservata per 280 anni (il coevo Bucintoro dogale del 1729 fu distrutto per recuperare preziose lamine d’oro). Riportata all’antico splendore grazie anche al finanziamento da parte della Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, dallo scorso 16 novembre fa bella mostra di sé alla Reggia della Venaria dove resterà inserita nel percorso museale, probabilmente in una sezione dedicata alla cultura fluviale piemontese.

Piero NEBBIA articolo apparso su "Testata d'Angolo" del 25 XI 2012

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