martedì 1 marzo 2011

Nostri eroi del Risorgimento

In vista delle celebrazioni per il centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia (si apriranno il 17 marzo) abbiamo interrogato la sanmaurese Celestina Maria Gerardo, guida presso il Museo Nazionale dei Risorgimento, per conoscere il nome dei concittadini che si distinsero nelle guerre d’indipendenza. La signorina Gerardo, attiva anche nel comitato tecnico
scientifico dell’Università della terza età del Piemonte, ci ha offerto la testimonianza che abbiamo raccolto e pubblichiamo con gratitudine.(l.p.)
Il 17 marzo inizieranno le celebrazioni ed i festeggiamenti per ricordare i 150 anni dell’Unità d’Italia: si ottenne attraverso il caro prezzo di cruenti combattimenti con baionette e scontri corpo a corpo contro il nemico dalla «giubba bianca» (la divisa degli austriaci, guerrieri di antica tradizione). I nostri ragazzi, per la maggior parte d’estrazione contadina, non avevano la stessa preparazione, speravano nell’aiuto di Dio e della fortuna; avevano comunque un grande senso del dovere ed erano animati da altissimi ideali. Le battaglie che li videro protagonisti furono definite da Cavour «le più belle e le più sofferte dei tempi moderni».
Con orgoglio desidero richiamare alla memoria dei sanmauresi il sacrificio di quattro nostri concittadini morti sui campi di battaglia durante le guerre risorgimentali. I loro nomi: cav. Alfonso Balbis Bertone di
Sambuy (aiutante di campo, luogotente Reggimento Aosta – cavalleria); Giuseppe Boarino (terzo Reggimento Piemonte – fanteria); Giovanni Cigliano (terzo Reggimento Piemonte – fanteria); Valentino Giuseppe Pilone (Reggimento Aosta – cavalleria). Ricaviamo i dati dal Ministero della Guerra.
L’8 maggio 1853, affinché la memoria del loro sacrificio non cadesse nell’oblio, il sindaco di San Mauro, colonnello Alessandro Filippa, provvide a collocare una lapide commemorativa sulla facciata del campanile di Santa Maria di Pulcherada. Tale lapide dovette poi essere sostituita perché logorata dal tempo, ma viene tuttora conservata in una teca presso la sala consiliare. Anche la seconda lapide, sempre collocata sulla facciata del campanile, successivamente si sbiadì, ma su mia sollecitazione è stata restaurata. Vorrei poter dare ai cittadini di San Mauro notizie ulteriori riguardanti i giovani menzionati, ma purtroppo le ricerche che fino ad oggi ho condotto non mi hanno portato ad ulteriori conoscenze. Qualche cosa però lo possiamo fare tutti: posare lo sguardo sulla lapide, in ringraziamento per la loro generosità, tipica dei giovani, che li portò a sacrificarsi per contribuire alla costruzione dell’Italia politica.
Celestina Maria GERARDO

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