
-Un anno fa il ritrovamento dell’affresco di Pulcherada
Non tutti sanno che nel 1850 San Mauro fu scelta dal re Vittorio Emanuele II per una grande esercitazione militare. Il sovrano sorvegliava le operazioni dalla torre del Castello di Sambuy storico monumento insieme al millenario complesso di Pulcherada. Dopo il ritrovamento, nell’abside di Santa Maria di Pulcherada, dell’affresco di Cristo Pantocrator, attribuito al XII secolo, si è recentemente aperto a San Mauro un interessante dibattito sulla valorizzazione del territorio non solo dal punto di vista paesaggistico, ma anche architettonico e culturale. In tale ambito è importante prendere in considerazione il castello di Sambuy, abitato dai conti Balbo Bertone da più di 500 anni. È considerato una fra le dimore di maggior interesse storico artistico nell’area torinese. Della sua lunga storia vogliamo trasmettere ai lettori i momenti più salienti.
Il territorio al confine con Castiglione, originariamente appartenuto all’abbazia di San Mauro, fu anticamente conteso dai marchesi del Monferrato e dai Savoia del ramo degli Acaya. Intorno all’anno Mille era sotto la giurisdizione del marchese del Monferrato ma successivamente, in seguito alla politica espansionistica degli Acaya, i confini si spostarono presso Castiglione, nella zona ancor oggi detta «Pedaggio».
Il feudo venne ad assumere una notevole importanza strategica. Per le continue guerre tra i marchesi del Monferrato e i Savoia fu conteso fino al 1430, data molto importante nella storia del feudo. Verso il 1300 il nobile Nicolino da Rivalta divenne primo feudatario di Sambuy, avendolo ricevuto dall’abbazia di San Mauro con piena giurisdizione. Con atto ufficiale del 4 ottobre 1430 Balbo Bertone acquisì il feudo che i suoi eredi hanno mantenuto fino ai nostri giorni. Una copia autenticata di tale atto, conservata presso l’Archivio di Stato di Torino, fu redatta nel 1772 ed il parroco di San Mauro, monsignor Davide Corino, al quale è anche stata intitolata una via in San Mauro centro, ne fece una traduzione dal latino. Sempre nel 1772 la signoria di Sambuy fu eretta a contea dal re di Sardegna Carlo Emanuele III e da allora i membri della nobile famiglia assunsero il titolo di «Conti di Sambuy». L’ultima investitura data dall’abate risale al 1782, dopo di che nel 1803 l’abbazia fu soppressa, così come i diritti feudali: i proprietari dei terreni o case da quel momento non dovettero più pagare annualmente il conte feudatario, che conservò il diritto di pesca sul Po (allora si poteva pescare), i pascoli sul gerbido e la presa d’acqua per il mulino già esistente. Dall’infeudazione avvenuta nel 1430 fino alla rivoluzione francese, coloro che lavoravano in queste terre non pagarono tributi all’abbazia: possiamo affermare che il territorio su cui oggi si estende la frazione di Sambuy ebbe una sua storia autonoma rispetto alle altre zone di San Mauro. Venendo ad epoche storiche più recenti ed immaginandoci turisti di questi luoghi vediamo nell’Ottocento un castello fiancheggiato dalle abitazioni che formavano l’antico borgo. Dopo il 1820 il conte Camillo Balbo Bertone acquistò progressivamente tutte le case formanti il borgo. Una gran parte di esse furono abbattute al fine di realizzare l’attuale parco, la scuderia e l’orangerie. Le abitazioni vennero trasferite lungo la strada nazionale. Il conte Camillo fece restaurare la cappella, risalente probabilmente al XIV secolo e dedicata all’Immacolata Concezione, inoltre fece costruire il muro di cinta lungo la strada nazionale, la cancellata in ferro, fece coprire il cortile interno al castello, che divenne una sala da biliardo, e fece edificare un nuovo porticato. L’architetto Pelagio Pelagi, una delle figure più significative del 1800, progettò e realizzò la limonaia, il cancello grande, la fascia esterna della cascina, decidendo di lasciare dal borgo la piccola torre e decorandola con elementi neoclassici Un avvenimento molto importante, da ricordare, risale all’ottobre del 1850, quando i terreni che circondavano il castello furono scelti dal re Vittorio Emanuele II per la simulazione di una manovra di guerra. Il Re rimase ad osservare le manovre militari dalla torre e fu in quella occasione che venne caldeggiata la nomina di Camillo Benso conte di Cavour. Altra figura ottocentesca di notevole rilevanza storica è il conte Ernesto Balbo Bertone, soprintendente ai lavori pubblici di Torino, poi assessore ai lavori pubblici, in seguito sindaco di Torino e nel 1883 senatore del Regno. Progettò il parco del Valentino, i giardini Margherita di Bologna, ed è a lui che si deve la struttura attualmente visibile del parco di Sambuy, Oggi possiamo ammirare imponenti platani, maestosi tigli, scultorei faggi, rose antiche e rarità botaniche come per esempio il Pinus pungeana, proveniente dal giardino imperiale di Pechino. La famiglia Balbo Bertone merita un plauso per la cura nel mantenere il parco secondo la struttura originaria, e per la cura degli esemplari esistenti. Si osservano nel parco numerose scritte risalenti a periodi storici differenti. Una di queste, in lingua francese, afferma: «Pianta un albero e se non conoscerai chi potrà godere della sua ombra, pensa che i tuoi antenati l’hanno piantato per te senza conoscerti».
Luisa PILONE
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