San Mauro va verso un nuovo
Piano urbanistico, con il superamento
delle controverse
Varianti 11 e 14. La notizia è
stata ufficializzata lo scorso 15
aprile, durante un Consiglio
comunale «aperto», il secondo
nella storia locale. Un appuntamento
tenutosi in un luogo
insolito: il teatro «Gobetti»,
gremito in ogni ordine di posti.
Unico ordine del giorno della
serata era il «Futuro urbanistico
della citta: quali strategie?».
Un tema che si conclude con
un interrogativo e forse non è
un caso, tenuto conto di quanto
la questione urbanistica sia
sempre stata foriera di discussioni
accese in città e continui
ad esserlo.
Nella foto: l'assemblea comunale del 15 aprile
La serata ha dato risposta alle
numerose richieste avanzate
nei mesi precedenti da singoli
cittadini, componenti
politiche sanmauresi e comitati
spontanei contro nuove
varianti al Piano regolatore.
I presenti hanno avuto la possibilità
di richiedere interventi
o porre quesiti. Energia sostenibile,
sicurezza e sviluppi futuri
(«smart building») sono
stati alcuni degli argomenti
che hanno caratterizzato tutta
la prima ora, occupata da
una relazione del vice sindaco
Lucrezia Colurcio. Una lunga
lista di punti sulla San Mauro
che sarà o che potrebbe diventare
in futuro. Quando il
pubblico ha iniziato a rumoreggiare,
l’Amministrazione ha
precisato e comunicato l’unica
novità a breve termine: la definizione
di una variante strutturale
generale al Piano regolatore
e un nuovo Documento di
programmazione urbanistica
(Dpu), mettendo così la parola
«fine» sulle Varianti 11 e 14.
Tanti gli interventi, tenuti nel
tempo massimo di 3 minuti
ciascuno. Non sono mancati
commenti politici, soprattutto
da parte di consiglieri ed esponenti
della minoranza e c’è stato
spazio anche per interventi
tecnici, sollecitati dall’Amministrazione.
«No a nuove edificazioni
» ha garantito l’architetto
della Provincia di Torino, Paolo
Foietta, riferendosi non solo a
San Mauro ma all’intero territorio
provinciale. «Il Piano territoriale
approvato nel mese di
agosto 2011 si riferisce a tutta
la Provincia di Torino dove si
vanno a tutelare le aree agricole
contenendo il consumo
del suolo» ha precisato Foietta.
Come sarà possibile? «Individuando
le esigenze delle aree
urbane, gli edifici vuoti, riqualificando
attraverso nuove cubature
senza ulteriore utilizzo
di aree agricole», ha risposto
l’architetto portando alcuni
esempi nella cintura torinese.
Cittadini e comitati temono
che alle parole non seguano i
fatti, mentre una mozione firmata
da numerosi consiglieri
comunali di minoranza chiede
al Comune che a fronte della
rinuncia dell’alienazione dell’area
di via Asti (Variante 11), il
Comune provveda a restituire
quanto versato dall’acquirente.
Nel frattempo il «Comitato
No Varianti» rivendica un ruolo
che va oltre all’opposizione
a nuovi insediamenti. «Vi
è anche un altro aspetto più
culturale oltre quello finanziario
– scrive in una nota Bruno
Bonino, uno dei promotori - Il
Comitato No Varianti ha portato,
in questi ultimi quattro
anni, nel nostro comune, la
cultura del limite al consumo
di suolo, della tutela del paesaggio
ha fatto conoscere alla
popolazione le ottime norme
del Piano territoriale di Coordinamento
della Provincia di
Torino, ha cercato di mettere
in evidenza l’importanza di
conoscere il dato degli alloggi
sfitti prima di costruire nuove
abitazioni. Ha parlato di standard
urbanistici per i servizi
quando l’amministrazione
comunale presentava tabelle e
conti molto parziali e qualche
volta errati».
Nelle foto: i prati di via Musiné e via Asti, preservati da nuove costruzioni.
A San Mauro – come è stato ricordato
durante la serata – permangono
anche problemi di
messa in sicurezza, soprattutto
nell’area collinare, dove si registrano
frequentemente frane,
e nelle aree vicino al fiume Po
e ai rii. Un altro tema aperto
riguarda l’area dell’autoporto
Pescarito: dal 2015 sarà gestita
dal Comune che erediterà dal
Consorzio Pescarito la gestione
delle infrastrutture (strade,
illuminazione, rete fognaria)
in una fetta di città, confinante
con Settimo e Torino,
densa di criticità e con sempre
meno insediamenti industriali
e produttivi. Pescarito occupa
1.141.000 mq e l’anno scorso
il Consorzio aveva in cassa circa
200 mila euro, considerati
insufficienti a coprire tutte le
spese.
Emanuele FRANZOSO
Articolo pubblicato su "Testata d'Angolo" del 25/6/2013
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