Le dimensioni non eccessive la rendono accogliente, il soffitto alto quanto basta, alquanto aguzzo, le da respiro senza provocare dispersione; le fiancate, intervallate da finestre, piuttosto da migliorare esteticamente, la rendono luminosa, e l’acustica è ottima. Ha una caratteristica che l’accosta alle chiese antiche, dove il sacerdote e i fedeli durante la preghiera guardavano in alto, verso il catino absidale: parliamo della decorazione dell’abside stessa. Nelle chiese del passato la scelta di ornarlo con immagini di Cristo tra gli apostoli e i martiri non era semplicemente decorativa, ma un’epifania divina per la comunità che pregava. La comunità, con le mani e gli occhi rivolti in alto, guardava concretamente a Cristo nella raffigurazione absidale e parlava con lui, lo pregava. Pregare e guardare, per i cristiani tardoantichi, era un tutt’uno: il Cielo si apriva per loro e Cristo si mostrava. Servivano a questo i pregevoli affreschi absidali che stanno emergendo nella chiesa di Santa Maria di Pulcherada (per maggiori informazioni clicca qui) . Nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù la medesima funzione è svolta dalla grande croce alle spalle dell’altare, in alto, luminosa: una vetrata in una posizione analoga a quella dell’antica abside. Qualche tempo fa, constatata la scarsa qualità della vetrata, su proposta del parroco don Ilario Corazza il Consiglio pastorale ha deciso di riqualificarla. Ha scelto tra diverse proposte di botteghe specializzate. Il progetto risultato vincitore prevede la costruzione di una vetrata istoriata composta dalla figura di Cristo centrale (bozzetto a fine pagina), realizzato dalla ditta Gibo con una tecnica classica a grisaglia, su vetro soffiato e cotta a gran fuoco, e dallo sfondo realizzato con vetri soffiati di prima qualità. L’artista autore dell’opera, Federico Castellani, la descrive così: «La figura centrale si staglia contro uno sfondo realizzato dalla composizione di tre colori che hanno una forte valenza simbolica: il blu, che rappresenta la natura sacra e celeste di Cristo, il rosso che invece ne rappresenta la natura umana e il bianco che rappresenta la luce nell’azione salvifica dello Spirito Santo. Questi tre colori si possono anche considerare trinitari (Padre blu, Figlio rosso e Spirito Santo bianco) così come da tradizione iconografica cristiana. La figura centrale, dipinta, viene così a stagliarsi su un fondo che ne esalta i contorni e ne mette in luce la profonda umanità nella postura di Colui che accetta sopra di sé i peccati dell’umanità». Attendiamo la messa in opera della vetrata nella speranza che con questa bella realizzazione i parrocchiani siano aiutati a meglio pregare, provando anche godimento estetico alla vista di questo bel manufatto. Al momento i parrocchiani hanno sostenuto la realizzazione generosamente e ulteriori offerte dimostreranno il loro attaccamento alla parrocchia.
diacono Roberto PORRATI

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