
Il gruppo che a Sant’Anna gestisce i canti liturgici durante la messa delle 11.30 e nelle principali festività e rodato ed affiatato. Raffaella Boscolo (40) ne è la direttrice, Enrico Trogolo (19) suona il basso, suo fratello Stefano Trogolo (22) suona la chitarra e Paolo Audello (27) suona l’organo. A loro si aggiungono una ventina di cantori.
E’ per conoscere meglio Paolo che una domenica d’estate siamo andati a parlare con tutto il gruppo.
Si trovano a suonare il Venerdì sera, e il gruppo di cantori è formato da altri 20 elementi. In alcuni casi vengono fatti anche dei concerti in occasione di particolari eventi. Raramente manca qualcosa di buono da mangiare e qualcosa di caldo da bere, e le prove sono aperte a chi desiderasse dare parte del proprio tempo per animare, anche non sapendo propriamente cantare, può provare ad unirsi a loro.
Raffaella è da quindici anni che porta avanti il gruppo: per fare questo mette molta pazienza e soprattutto un lungo e continuo percorso di formazione. L’Istituto Ufficio Liturgico Nazionale organizza dei corsi per animatori liturgici che comprendono anche canto e lettura della Parola, che durano dai due anni in avanti. Raffaella li ha frequentati (e anche Paolo Audello) e sottolinea come questa formazione ricevuta sia parte importante del lavoro che stanno svolgendo insieme: «La celebrazione non mai qualcosa che si possa improvvisare… è qualcosa da “maneggiare con cura”».
Il repertorio del gruppo è quello canonica e suggerito, ma non hanno problemi a proporre anche brani dei Gen, di Frisina e di Machetta… e anche brani pop, come gli U2. “A volte facciamo dei concerti per la comunità – spiegano – come ad esempio è stato in occasione dei 50 anni di Sant’Anna o per Natale. In quei casi eseguiamo anche altri brani”
Ci intratteniamo qualche minuto con Paolo, l’organista. L’organo è uno strumento che viene suonato per mezzo di tastiere e di una pedaliera; particolare da non trascurare in quanto – come ci dice lo stesso Paolo – è l’unico modo per dare espressività a questo strumento che, non essendo come il pianoforte sensibile all’emotività del pianista, è l’ideale per un’esecuzione che debba favorire la preghiera. Per migliorarsi a gestire i registri Paolo ha unito l’esperienza artigiana appresa dal nonno Giovanni e dalle nuove tecnologie: ha chiesto a vari organisti dei progetti di pedaliere, non soddisfatto ha disegnato il proprio e si è messo a costruire i 30 pedali e le 30 molle nel legno. Ha poi collegato ogni pedale a un circuito che genera segnali midi che, collegato a un computer, riproduce piuttosto fedelmente (si tratta di un file audio di alta qualità) il suono dell’organo. In questo modo può permettersi di migliorare la propria tecnica anche da casa.
E’ un approccio perfettamente in linea con l’ottica di Paolo, per cui la musica è un mestiere (fa corsi di musica e canta come tenore) tende sempre a provare nuove esperienze e allargare i propri confini musicali. Iniziato allo spartito a 7 anni dallo zio Vito e con un corso di musica, ha sviluppato l’intenzione di fare il musicista: sassofonista nella banda del paese, chitarrista autodidatta, fonda un gruppo rock; al primo anno dell’università conosce un batterista con cui approfondisce l’ambito delle percussioni, tiene dei corsi di chitarra a Collegno, ha rapporti con un ensamble di musica cubana e intanto frequenta masterclass e seminari di approfondimento, proponendosi di suonare lo strumento del flauto in parrocchia. Ultimamente sta cercando di approfondire la propria voce come strumento: un soprano ha visto in lui un futuro nella lirica (passione del nonno Giovanni) e appena ha avuto la possibilità Paolo ha iniziato anche questo percorso.
In parrocchia da qualche anno suona l’organo: Paolo lo vive come servizio, secondo la massima di San Paolo per cui “ognuno partecipa portando il proprio dono”. La musica per Paolo è un mestiere che mette, con professionalità e giusto impegno, al servizio della comunità.
Matteo DE DONA'
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