giovedì 15 settembre 2011

Emergenza Povertà

Aumentano i poveri. E aumenta, nei limiti del possibile, l’impegno assistenziale e l’aiuto degli Enti pubblici, del volontariato di San Mauro. La presidente della Conferenza di San Vincenzo Maria Grazia De Angelis e l’ex presidente Giovanni Cantono segnalano un allarmante incremento delle famiglie che hanno bisogno di sussidi.
«Il centro d’ascolto – dichiarano – sta evidenziando un forte aumento delle situazioni problematiche. Negli ultimi 5 anni siamo passati da 12 a 65 famiglie assistite».
Quale aiuto offrite ai nuclei in difficoltà?
Offriamo un pacco viveri ogni mese, nei casi più gravi ogni quindici giorni. Nelle situazioni particolarmente difficili aiutiamo anche a pagare le bollette, in collaborazione con il Comune. C’è poi l’emergenza abitativa: occorre aiutare chi paga affitti sproporzionati rispetto allo stipendio o alla pensione. Ancora: c’è la situazione di chi è passato dalla cassa integrazione alla mobilità e infine alla disoccupazione. I casi di povertà stanno aumentando, ci troveremo costretti a centellinare le bollette.
Cosa offrite ai disoccupati?
Come altri enti che hanno istituito borse di lavoro, tirocini di formazione, noi abbiamo la possibilità di far lavorare alcune persone per un periodo di sei mesi a spese della San Vincenzo, poi alla scadenza del semestre queste persone dovrebbero venire assunte, invece accade più spesso che vengano licenziate.
Come finanziate la vostra attività di aiuto?
Ogni nostro associato versa un contributo economico. Poi c’è l’intervento del Comune e ci sono le collette economiche che facciamo durante la giornata dell’ulivo e alle porte del cimitero nel mese di novembre. Siamo inoltre collegati con il Banco Alimentare.

L’azione del Cisa

Il Consorzio intercomunale socioassistenziale «Cisa» è stato istituito nel 1997 dai comuni di San Mauro, Gassino, Castiglione, San Raffaele Cimena, Sciolze, Rivalba e Cinzano per coordinare e gestire congiuntamente le politiche di assistenza alle fasce deboli. Il direttore Antonio Russo e il vice presidente Mario Percelsi confermano che «da alcuni anni si constata una maggiore richiesta di sostegno ai redditi».
Come rispondete?
Quest’anno il fondo a nostra disposizione è arrivato a 500 mila euro perché i sindaci non vogliono far mancare i servizi. Siamo in grado di aiutare un numero di persone più elevato, ma con sussidi più ridotti.
Quali categorie di persone state particolarmente assistendo?
Nella prospettiva d’aiutare a vivere meglio la vita di tutti i giorni offriamo assistenza domiciliare ai disabili, agli anziani soli e in difficoltà, svolgiamo interventi su minori in collaborazione con l’autorità giudiziaria, proponiamo soggiorni estivi per anziani, ricoveri di sollievo. Nel 2010, riguardo agli anziani soli e non autosufficienti, c’è stato un aumento di richieste pari al 15%. Cerchiamo d’aiutare i loro familiari perché è molto difficile gestire una persona anziana, specie se legata da vincoli di parentela. In alcuni casi è sufficiente un’assistenza parziale: attraverso telefonate ci accertiamo dello stato di salute degli anziani, li accompagniamo alle visite mediche o alla Messa, li assistiamo nella spesa giornaliera. Può essere poi necessaria la presenza costante di badanti. Attraverso il Centro per l’impiego abbiamo proposto un albo per le badanti che abbiano seguito appositi corsi di formazione.
Come vi finanziate?
Siamo finanziati dalla Regione Piemonte, che a sua volta riceve fondi nazionali. Attingiamo alle finanze comunali, al servizio delle Asl e dei privati cittadini. Le famiglie assistite contribuiscono al pagamento dei servizi in base al proprio reddito (il costo delle badanti è detraibile fino a 2 mila euro). Un particolare contributo di 250 euro, erogato indipendentemente da eventuali assegni di accompagnamento o invalidità, eroghiamo agli anziani che vogliono vivere nella propria abitazione anziché trasferirsi in casa di riposo. Restare a casa, conservare le proprie abitudini è molto importante. Come osservava il filosofo Norberto Bobbio, le persone anziane hanno bisogno di sapere che i luoghi familiari non mutano: anche nel buio della notte percepiva gli oggetti posizionati sul tavolino da notte, traeva sicurezza dalla fiducia che tutto era al suo posto, immutato.
Luisa PILONE

Nessun commento:

Posta un commento