giovedì 15 settembre 2011

Per la liturgia nelle parrocchie

Sarà capitato anche a voi di andare a Messa in qualche chiesa che non sia la vostra parrocchia abituale e avere fatto paragoni o commenti, sia positivi che negativi, mettendo a confronto il modo di celebrare l’eucaristia. A me succede spesso. Per chi è «addetto ai lavori» è più facile cedere alla tentazione di «verificare» se tutto si svolge secondo le «norme».
Anche chi non ha studiato principi e norme della liturgia comprende comunque se una celebrazione è stata preparata e curata, oppure lasciata al caso, alla improvvisazione. Forse siamo talmente abituati a partecipare alla Messa, siamo abituati a trovare la chiesa aperta, illuminata, riscaldata, fiorita, pulita, siamo abituati a vedere che qualcuno proclama la Parola, altri cantano, altri raccolgono le offerte, che non ci domandiamo: «Chi si occupa di tutto questo?».
Già: chi si prende cura delle nostre celebrazioni? Nelle parrocchie, oltre ai parroci che sono i primi responsabili della vita liturgica, c’è qualcuno di buona volontà, con una sensibilità verso il mondo della liturgia, che ha scelto di offrire il suo servizio alla comunità in questo campo. È ovvio che chi viene scelto per svolgere tale servizio (perché di servizio si tratta) deve svolgerlo in modo corretto e responsabile, avendo cura di prendere conoscenza di questo meraviglioso mondo, preoccupandosi della propria formazione e avendo la consapevolezza che il servizio alla liturgia richiede tempo. Intorno agli operatori liturgici nasce quello che viene chiamato il «gruppo liturgico», un gruppetto di persone che collaborano ognuna per la sua parte, e di solito in modo silenzioso, nascosto e discreto. In questo gruppo rientrano coloro che si occupano di guidare la celebrazione, di curare la musica e il canto, la pulizia e il decoro della chiesa, di curare il turno lettori, dei ministranti, dei ministri straordinari dell’Eucaristia.
Guardando le nostre parrocchie possiamo dire che tutte, chi più chi meno, hanno questo gruppo o almeno un referente, ma c’è ancora molto cammino da fare.
È importante che la celebrazione si svolga nelle «regole del gioco», senza eccessi, evitando abusi, perché la liturgia è
espressione di culto, cioè momento in cui, come comunità e come singoli, ci mettiamo di fronte a Dio per esprimergli il nostro grazie, per chiedergli aiuto, per sentirci avvolti dalla sua misericordia.
«Fare liturgia» fa bene a noi! «Fare liturgia» è dedicare del tempo a Dio per imparare a conoscerlo nella sua Parola e a gustarlo nei suoi sacramenti. «Fare liturgia» è andare alla fonte e al culmine di tutta l’azione della Chiesa (Concilio Vaticano II, Costituzione sulla Liturgia).
A nome di coloro che nelle nostre parrocchie cercano di curare la liturgia, perché ogni domenica sia una festa dell’incontro con Dio e con i fratelli, chiedo a te che stai leggendo: non ti piacerebbe offrire il tuo contributo inserendoti in uno dei vari servizi necessari a dare dignità e solennità alla celebrazione? Scoprirai un tesoro nascosto che in primo luogo aiuterà te ad entrare nella bellezza della preghiera millenaria della Chiesa per poi condividerla con i fratelli in un cuor solo e un’anima sola. Grazie.
Vito

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