giovedì 15 settembre 2011

Don Ernest dal Benin


Terzo anno di «trasferta» estiva a san mauro Torinese per don Ernest Gbedan, sacerdote del Benin. su questo numero di «Testata d’angolo» racconta il suo doppio servizio in Africa e Italia.
Don Ernest Gbedan è originario del Benin (Africa Occidentale) dove è sacerdote diocesano a Ouidah, che quest’anno celebra i 150 anni dalla prima evangelizzazione. Dal 2009 si trasferisce a San Mauro Torinese nel periodo estivo in aiuto alle parrocchie dell’Unità pastorale.
Vuoi presentarti alla nostra comunità attraverso «Testata d’Angolo»?
Sono nato il 7 novembre 1970 in Benin. Sono stato ordinato sacerdote il 15 agosto 1998. Dopo quattro anni di ministero pastorale sono stato inviato a Roma per gli studi di Teologia dogmatica. Nel 2007 sono tornato in Africa dove insegno in Seminario a Ouidah, città del Benin meridionale.
Qual è il motivo della tua presenza in Italia?
Le parrocchie di San Mauro hanno da anni un legame stretto con il Benin. Numerose famiglie hanno adottato a distanza ragazzi e ragazze, aiutandoli a continuare gli studi scolastici. L’indimenticato parroco di Sambuy don Nicolino Rocchietti si era anche recato in visita nel mio paese con un gruppo di fedeli. In forza di questo legame, vengo qui a San Mauro dal 2009 per dare un aiuto ai parroci durante l’estate. Ma durante l’anno svolgo regolarmente il mio ministero in Benin.
Come si svolge la vita nel Seminario in Benin?
Per fortuna, nel momento in cui i sacerdoti diminuiscono in Europa, in Africa i seminari sono pieni di ragazzi che vogliono farsi sacerdoti (un piccolo seminario come quello di Ouidah ne conta 50/60 all’anno). È una grazia del Signore che non va sprecata. Perciò occorre seguire i seminaristi per dare una formazione umana, intellettuale, spirituale e pastorale adeguata. Nel seminario dove lavoro ci sono 140 seminaristi (tra i 20 e i 35 anni) che trascorrono la giornata dedicandosi alla preghiera, agli studi teologici e ai lavori manuali. I formatori residenti sono tredici sacerdoti.
Riguardo alla vita politica ed economica del Benin cosa puoi dirci?
Il Benin è un piccolo Stato dell’Africa occidentale indipendente dal 1960. Dopo un passato marxista dal 1972 al 1990, si è aperto alla democrazia nel 1990. Oggi esistono più partiti politici, un parlamento, una corte costituzionale e un presidente eletto ogni 5 anni, rinnovabili una sola volta. A livello economico le risorse del Benin dipendono dall’esportazione del cotone, la coltivazione principale. Il 50% della popolazione si occupa di agricoltura con mezzi precari. L’industria è inesistente. Il paese rimane povero nonostante gli sforzi compiuti per la meccanizzazione dell’agricoltura in questi anni.
E la Chiesa Cattolica?
La Chiesa beninese (25% della popolazione) conta quasi lo stesso numero di fedeli dell’Islam (20%). Ma la religione dominante è l’animismo, più conosciuto come religione vodoo del Sud Benin. Nonostante questa presenza forte dell’animismo, i cristiani sono presenti in vari settori e danno un forte aiuto nei servizi sociali (ospedali) e scolastici (scuole elementari, medie e superiori). Il Benin conta 10 diocesi, circa 1000 sacerdoti e 300 parrocchie. Quest’anno si celebrano i 150 anni dalla prima evangelizzazione (1861) e a conclusione di questo giubileo ci sarà la visita di Papa Benedetto XVI dal 18 al 20 novembre. Una curiosità: il primo missionario fu un genovese, Francesco Borghero della congregazione Società Missioni Africane.
Cosa pensi di San Mauro e della sua comunità?
Guardo al futuro della Chiesa di San Mauro (e dell’Italia in generale) con molta speranza. Tanti giovani si impegnano per dare una formazione spirituale ai ragazzi. Il lavoro dell’oratorio Chiara Luce del Sacro Cuore di Gesù (Sambuy) e degli altri oratori, i campeggi estivi ad Ulzio e Pialpetta, l’animazione dei numerosi gruppi di giovani sono segni di speranza per la Chiesa sanmaurese. Magari non danno ancora i frutti sperati. Ma con l’impegno dei parroci e degli animatori si avrà un futuro splendido. Servono dunque tanti operai convinti. Prego il Signore di mandare tanti collaboratori pastorali alla sua messe. Approfitto di questa opportunità per ringraziare i parroci e tutta la comunità di San Mauro che mi accoglie ogni anno.
Emanuele FRANZOSO

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