
Passeggiando per le vie e i giardini di San Mauro e vedendo quanti nonni si prendono cura dei nipoti, mi è venuta in mente una battuta di Cesare Zavattini, scrittore e scenografo importante, che ha lavorato anche con Fellini: «Si muore soltanto quando non c’è più nessuno che desidera che tu resti in vita». É una battuta che ci dice quanto sia fondamentale ad ogni età vivere in relazione con gli altri. Per un anziano cristiano non parliamo di una relazione qualunque, che può esaurirsi nel giocare a carte al bar. Parliamo piuttosto di uno stare insieme, che porta a vivere sempre la dimensione dell’amore in ogni circostanza. A volte è accudire i nipoti, cioè prendersi cura di un futuro che l’anziano non vedrà, ma che gli consente di vivere profondamente la dimensione della speranza, che è vita. Altre volte si resta in vita prendendosi cura di un altro anziano perchè non abbia a immalinconirsi nella solitudine, a volte portando insieme il dolore di un altro.
La speranza cristiana si apre a qualunque età e ci dice che non c’è mai un tempo inutile, se sappiamo trovare uno scopo al tempo che passa. Abramo ha iniziato la grande avventura in età molto
avanzata, da anziano ha creduto alla proposta che Dio faceva incredibilmente a lui, ci ha creduto, l’ha vissuta fino in fondo e il suo tempo non è stato soltanto uno scorrere di ore, giorni e anni, ma è stato l’inizio del tempo della possibilità della salvezza per tutti, proprio per tutti noi ebrei, cristiani, credenti in altre religioni e anche non credenti e basta. Oggi nessun regista di spot pubblicitari avrebbe mai ingaggiato Abramo: non era giovane, non era bello. Dio però i suoi spot li scrive in altro modo; come al solito sorprende prendendo la pietra scartata e con questa edifica la sua proposta, proprio a partire da una persona anziana. Invecchiando dovremmo ricordarci di questa predilezione che Dio ha avuto per Abramo; non soltanto per consolarci, ma per acquisire la consapevolezza di essere parte di un progetto che va avanti anche grazie alle persone anziane. L’Unità pastorale di San Mauro offre molte possibilità di partecipazione a tutti. Si è costituito un gruppo anziani molto attivo, che supporta i gruppi di anziani delle singole parrocchie. Spesso si sta insieme nei pellegrinaggi. Chi meglio degli anziani, che hanno camminato lungo tutto il corso della loro vita, può capire il senso di un pellegrinaggio? Non una semplice gita, ma la ricerca di uno scopo al proprio viaggiare, di una meta, una finalità.
Mi ha molto colpito che nell’ultimo pellegrinaggio organizzato dall’Unità pastorale sui luoghi delle beata Chiara Luce Badano nel primo anniversario della beatificazione (vedi servizio a pag. I) abbiano partecipato molti anziani. Chiara Luce è tanto cara a Papa Benedetto per la sua gioventù, per come ha vissuto la sua relazione con Gesù nel dolore, sì, misticamente certo, ma anche tanto «da giovane». I pellegrini anziani l’hanno colto e l’hanno sentito proprio. Partecipano nel corso degli anni ad altri apprezzati pellegrinaggi presso i santuari, o alle radici della spiritualità somasca, come è accaduto in passato. C’è, insomma, anche una chiesa per gli anziani: la nostra comunità cerca di accompagnare tutti.
Per chi sente venir meno le forze e deve chiedere aiuto, cercare assistenza, anche professionale, a San Mauro troviamo la Casa del Famulato Cristiano, espressione delle suore del Famulato Cristiano, fondate da mons. Adolfo Barberis. Qui l’amore cristiano si esprime in un’assistenza qualificata, con psicoterapia e fisioterapia, un’animazione molto vivace con un gruppo di canto, lettura di giornali e dei periodici che, aprendosi all’esterno, si giova anche di spettacoli teatrali. Molto interessante è che il gruppo di animatori sia composto da parenti degli ospiti o di ex ospiti, che hanno mantenuto un legame con la struttura.
diacono Roberto PORRATI
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