martedì 6 dicembre 2011

Pianeta giovani - Crescere insieme

Ogni anno in concomitanza con la festa dei Corpi Santi, la domenica precedente alla Fiera, il Ponte Vecchio è colorato dai gazebo delle numerose associazioni sanmauresi. Trovarle tutte assieme, in un unico colpo d’occhio, è un’esperienza arricchente perché permette di abbracciare un tessuto umano e sociale particolarmente fecondo: donne e uomini che di fronte a missioni condivise si sono associati, si sono dati una struttura per realizzare i propri progetti.
Tanti gli ambiti presenti, molti di puro volontariato, moltissimi sportivi, numerosi anche quelli culturali e di risposta ai bisogni delle persone: alcune associazioni affondano le proprie radici nella storia sanmaurese degli ultimi trent’anni, altre passano e vanno come stagioni, o si ripresentano a distanza di anni per coprire bisogni ed esigenze sempre nuove, e a riempire i buchi che quelle che sono vissute come istituzioni, la scuola, la parrocchia, il Comune, faticano a coprire per inadeguatezza di risorse. La visita dell’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia nella comunità sanmaurese sarà un’opportunità di incontro non tanto con le associazioni in sé, ma con le persone che le animano. Nella sua recente Lettera pastorale mons. Nosiglia ha fatto proprio il motto di san Giovanni Bosco, che invita ad essere in ogni aspetto della propria vita «buoni cristiani ed onesti cittadini». Adoperarsi al meglio per portare a compimento missioni tese a migliorare la società, senza scopo di lucro nella quasi totalità delle associazioni.
Per quanto riguarda la vita associativa nelle parrocchie, è in atto da qualche tempo un dibattito che interessa il futuro stesso delle parrocchie. È noto che il futuro si giocherà sul protagonismo dei laici, sulla loro capacità di assumere ruoli di responsabilità nella pastorale ordinaria delle comunità cristiane. Questa riflessione dev’essere proseguita e deve arrivare ai giovani in formazione per suscitare in essi uno stile di vita, la capacità di assumere responsabilità e di operare insieme, anche in forma associativa, quanto mai efficace per portare il messaggio del Vangelo che cambia la storia personale e il mondo in cui viviamo.
È necessaria un’evoluzione di mentalità, che parta dalle persone per metterle insieme in strutture organizzate, capaci di durare nel tempo. Negli ultimi mesi, a livello giovanile, questo dibattito e questo avvicinamento ha subito un’accelerazione. Con l’associazione di Azione Cattolica i rapporti sono operativi: per la formazione dei bambini e dei giovani, degli adulti, anziani e famiglie si utilizzano proprio i sussidi di formazione dell’Ac.
Per i giovani che si affacciano al mondo del lavoro è stato avviato un piccolo progetto insieme alla Gioc (Gioventù Operaia Cristiana), partendo dai giovani delle scuole superiori ma anche da quelli che non seguono percorsi regolari.
L’associazionismo è un bene prezioso in una società dove lo Stato, ma anche la Chiesa, la famiglia, il mondo del lavoro appaiono sempre più deboli e disorientati: pensare di far tutto da soli, anziché unire le forze, anziché entrare in associazione con altri, è un’illusione, un pretesto buono a giustificare gli obiettivi mancati.
Certo, stanno cambiando le nostre condizioni di vita. I ritmi sempre più esigenti del lavoro (quando c’è) minano l’associazionismo perché riducono il tempo libero, la possibilità di dedicarlo agli altri. È un aspetto nuovo, da non trascurare. Una ragione in più per approfondire temi che toccano il cuore della vita della nostra città, delle parrocchie, dell’evangelizzazione.
Matteo DE DONÀ

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